12 ott 2012

Resina-Parigi : il vintage non ha confini, diciamo così !

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Cosa ha in comune Resina con Parigi?
Io direi, uno sguardo lungimirante su ciò che tra qualche anno diventerà un modus vivendi : comprare usato e vintage.
Qui miei cari non è solo questione di crisi!
Il vestire, è da sempre un modo per raccontare qualcosa di sé in una società, che da qualche decennio ci vuole omologati a dei clichè banali e stancanti. 
Lo stile, per quanto mi riguarda, non dovrebbe dettare regole su come essere perfetti, abbronzati, palestrati o su quante griffe dobbiamo trasportare a peso d'oro sui nostri corpi, per essere accettati da una società che fa acqua da tutte le parti, ma anzi dare agli individui la gioia di sentirsi liberi nel comunicare anche attraverso il modo di vestire.
Se vogliamo cominciare a far si che le cose prendano una piega diversa, cominciamo da noi, ma forse è proprio lì il punto, fare il primo passo.
C'è una reticenza di fondo, che non ci spinge più a sperimentare, a mettere in moto la creatività.
Siamo anestetizzati, imbambolati, hanno fatto si che spegnessero i nostri sogni, le nostre speranze.
La differenza tra Resina e Parigi?
 Il marchè nel quartiere ad Oberkampf  non è un evento isolato, ma la quotidianità di ogni week end nei differenti arrondissement parigini.
Qui invece, bisogna aspettare che sia Senese a risvegliare le coscienze sulla filosofia del riuso!
Scusate la vena polemica, ma quando ci vuole ci vuole....



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